domenica 30 gennaio 2011

Brevi racconti n°1

 
CERA UN TEMPO.*

In una valle non molto lontana dai nostri sogni.
Un regno dove il suo re amava coltivare rose bianche.In quel tempo si viveva senza la consapevolezza dei colori
Tutto infatti appariva bianco o nero.
Il re aveva avuto due figli due gemelli dalla sua amata il loro nome era , Priamo e Secunndo
Questi crescendo e avendo due caratteri completamente diversi ,infatti Priamo era conosciuto per la sua bontà, mentre Secundo per il suo carattere battagliero, nel trascorrere degli eventi Priamo passava il suo tempo a coltivare la passione del padre a seguire con cura il giardino delle rose bianche, mentre Secundo alla testa dei suoi leali scudieri si recò in terra Santa per le crociate, la sua fama non tardò a echeggiare nella valle tra i cittadini del castello girava voce che aveva vinto con la sua ferocia molte battaglie contro gli infedeli.
Passati alcuni anni Secundo rientrò alla valle dove era nato e ritrovò il fratello seduto sul trono ,nel frattempo il vecchio re era morto,andando su tutte le furie gridò al fratello la sua ira e la sua maledizione dicendo:
Tu siedi su il trono che a me appartiene e io ti maledico per non aver aspettato il mio ritorno:) girandosi e allontanandosi uscì dalla porta senza salutare nessuno.
Il tempo scorreva nella valle delle rose bianche e Priamo non aveva mai perso le notizie del fratello , aveva saputo che era diventato un guerriero alla testa di mercenari e depredava tutto quello che gli capitava tra le mani,aveva sentito di orrori commessi verso persone di villaggi indifesi solo per la sua avidità e che bruciava i terreni dove cerano coltivati fiori bianchi forse nel ricordo delle rose del giardino del fratello,
Un giorno , si parla di una mattina con il cielo e la terra unite dalla nebbia come segno di presagi attesi,si udirono scalpitii di zoccoli e urla feroci attorno alle mura del castello poi all’improvviso rumore di spade urla di dolore poi d’improvviso il silenzio calò ,era Secundo con i suoi mercenari che erano entrati con feroce forza nel castello del fratello e Priamo uscendo nella piazza si trovò di fronte a una carneficina atroce e guardò dritto negli occhi di Secundo e vide i suoi occhi pieni di rabbia e la sua spada nella mano indicava la sfida che doveva compiersi,
Secundo disse con un grido ti sfido la nel giardino dove le bianche rose tu hai con più cura di me fatto crescere
e con la tua morte raderò al suolo quelle rose maledette.
Priamo impugnò con dolore la spada che un miserabile mercenario gli buttò davanti ai piede e si avviò verso il giardino mentre dai suoi occhi uscivano lacrime dovute al dolore di quello che stava succedendo si voltò e incrociò la spada del fratello per una o due volte cercando di riportare alla ragione la mente ormai soffocata dall’odio che avvolgeva i pensieri del fratello, poi improvvisamente cadde colpito dalla lama tagliente di quello che era il suo amato fratello e il sangue scivolò lungo i petali di una rosa bianca andando giù fino alle sue radici.
Solo quando Priamo chiuse gli occhi e esalò l’ultimo respiro dicendo: FRATELLO IO TI PERDONO PERCHE’ NON SAI QUELLO CHE HAI FATTO NON HAI GUARDATO CON I TUOI OCCHI MA HAI SOLO USATO L’ODIO PER PESARE IL TUO AMORE*così Secundo senza farsi vedere da alcuno piegandosi verso il fratello fece cadere una lacrima ,la prima da quando era nato , questa scivolo a sua volta mischiandosi col sangue del fratello e arrivò alla radice di quella magnifica rosa bianca.Poi con un urlo disse ai suoi mercenari di radere al suolo quel giardino non doveva rimanere nemmeno una di quelle rose.
Passò un’intera stagione da quell’orribile momento e Secundo che era ormai il re assoluto di quel castello scese nel giardino dove era stato commesso il fratricidio e con enorme stupore e ammirazione vide una rosa ma non era bianca come quella che coltivava il fratello ma essa era di un colore diverso era ROSSA allora l’odio di Secundo si spense in un dirompente pianto e le sue urla gli spezzarono il cuore dal dolore di quello che provava in quel momento ,si accasciò al suolo e con un gesto toccò quella rosa ROSSA escoprì con la sua morte che l’amore era come il velluto di una stoffa e pungente mentre l’odio era pungente come la spina di quella rosa,
Sono passate molte stagioni da quel triste e lontano ricordo resta il simbolo dell’amore eterno ,quel magnifico fiore che oggi dona i colori dell’amore a chi porta la passione nel cuore e l’amore nell’anima* benny* LA VALLE DELLE ROSE BIANCHE*

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